Afghanistan, ancora scontri tra fazioni: 4 morti

KABUL - Ancora scontri tribali in Afghanistan. I combattimenti tra fazioni rivali avvenuti nei pressi di Mazar-i-Sharif, nell'Afghanistan settentrionale, hanno causato quattro morti e dieci feriti. Lo ha detto il leader di una delle fazioni, Mohammad Atta. Contattato telefonicamente dall'Afp da Kabul, Mohammad Atta, un capo militare tagiko di Mazar, ha precisato che le sue forze sono state attaccate ieri da mujaheddin del «signore della guerra» uzbeko Abdul Rashid Dostum. Dostum è il vice-ministro della Difesa nel governo ad interim insediatosi a Kabul il 22 dicembre scorso. Mohammad Atta ha detto che i quattro uccisi appartengono alle forze del generale Dostum, ma che vi sono feriti nei due campi.


Il premier provvisorio afghano Hamid Karzai
LA REAZIONE DI KARZAI - Il capo del governo provvisorio afghano Hamid Karzai ha lanciato subito un duro monito ai leader delle fazioni rivali affermando che occorre «sbarazzarsi dei signori della guerra», mentre sono segnalati sanguinosi scontri nel nord del paese e la tensione rimane alta nell'est. Combattimenti erano già stati segnalati il 21 gennaio scorso nella provincia settentrionale di Kunduz, tra le forze di Dostum e i soldati tagiki dell'ex presidente Burhanuddin Rabbani. Nei giorni scorsi violenti scontri tribali hanno contrapposto due fazioni in lotta per il controllo di Gardez, il capoluogo della provincia sud-orientale di Paktia. Le vittime sono una sessantina.

DELEGAZIONE - Di ritorno dal suo primo viaggio ufficiale negli Stati Uniti, all'Onu e in Gran Bretagna, Karzai ha inviato ieri una delegazione nella città per cercare di risolvere la disputa tra i due «signori della guerra» locali, il governatore nominato da Kabul, Padsha Khan, e il suo avversario, Saif Ullah, entrambi pashtun come il premier. «Tutto ciò dimostra una volta di più che dobbiamo sbarazzarci dei signori della guerra in questo paese», ha dichiarato Karzai. Oggi a Gardez si è riunita una «loya jirga», la grande assemblea tradizionale dei capi tribali, per tentare di trovare una soluzione pacifica. Secondo una fonte locale, la riunione dovrebbe durare due o tre giorni.

IL «CASO» IRAN - Talebani e uomini della rete terroristica al Qaeda sono fuggiti dall'Afghanistan per rifugiarsi in Iran con l'aiuto di questo paese e per recarsi in altri paesi comunque sempre passando dal territorio iraniano. Lo ha detto il segretario alla Difesa Usa Donald Rumsfeld alla rete Abc. «Non ho alcun dubbio che la frontiera colabrodo tra l'Iran e l'Afghanistan sia stata usata da al Qaeda e dai talebani per entrare in Iran e trovarvi rifugio», ha affermato Rumsfeld. Il segretario alla Difesa ha anche accusato l'Iran di non aver dispiegato truppe lungo il confine con l'Afghanistan - come invece ha fatto il Pakistan - ed ha accusato l'Iran di essere stato «tollerante e di aver autorizzato il passaggio sul suo territorio di uomini di al Qaeda».

3 febbraio 2002
Corriere della Sera